
I piccoli Comuni criticano gli ingegneri
I sindaci: giusto affidare alle università i piani per ricostruire, spenderemo molto meno.
L'AQUILA. Sui piani di ricostruzione si profila uno scontro fra i sindaci dei piccoli Comuni dell'Aquilano che fanno parte del cratere e il consiglio nazionale degli ingegneri che tra l'altro si è riunito due giorni fa nel capoluogo. A farsi portavoce dei primi cittadini di alcune realtà 'minori' è Emilio Nusca, il sindaco di Rocca di Mezzo (che tra l'altro è anche lui ingegnere).«Ci mancava, adesso, anche la presa di posizione del Consiglio nazionale degli ingegneri nel panorama della ricostruzione dell'Aquila e dei 56 comuni del cratere» scrive Emilio Nusca che continua: «in questi giorni i sindaci dei piccoli Comuni del cratere si sono visti arrivare atti di diffida da parte del consiglio nazionale degli ingegneri nei quali è espressamente scritto che, in relazione ai piani di ricostruzione dei paesi 'si diffida codesta amministrazione comunale dallo stipulare accordi o contratti con Università o enti similiari'.
Va detto che la previsione dei piani di ricostruzione è contenuta nella legge 77 del 2009. Va ancora sottolineato che la necessità di utilizzare tale strumento è stata una precisa volontà dei sindaci del cratere, perché hanno ravvisato nella loro predisposizione, il contenitore all'interno del quale potessero trovare soluzione le problematiche legate non solo alla ricostruzione edilizia dei singoli edifici dei centri storici, ma anche la possibilità di andare oltre: di ripensare, cioè i nostri piccoli centri storici (borghi) anche sotto il profilo della riqualificazione urbanistica, ridefinendo, altresì, le linee di indirizzo strategico per assicurarne la ripresa socio-economica e coesione sociale, dandoci regole, indirizzi e comportamenti di carattere generale validi per tutti i soggetti attuatori dei singoli progetti. Questo è l'intendimento dei Sindaci e questo vogliamo perseguire.
Ben consapevoli delle difficoltà organizzative e strutturali dei singoli Comuni (molti sono sprovvisti di Uffici tecnici) a poter svolgere le prestazioni necessarie per avviare rapidamente i processi di ricostruzione e di ripianificazione che la legge impone ai sindaci, ci siamo rivolti alla struttura di missione (quella diretta dall'architetto Gaetano Fontana ndr) a cui abbiamo chiesto il necessario supporto e di fornirci degli indirizzi sui comportamenti da assumere, chiedendo altresì il coinvolgimento di tutte le Università italiane nella fase della predisposizione dei piani di ricostruzione. Tali indirizzi sono stati, in molti casi, discussi con noi sindaci e pubblicati sul sito della struttura di missione e quindi consultabili da chiunque e ciascuno ha scelto la soluzione adatta al suo Comune. Mi preme specificare che il costo dei piani di ricostruzione è limitato al semplice rimborso spese di viaggio, vitto, borse di studio, e al costo orario dei singoli soggetti che intervengono nella redazione del piano.
Inoltre i piani di ricostruzione saranno firmati solo ed esclusivamente dal responsabile dell'ufficio tecnico comunale o da altro tecnico qualificato incaricato dal Comune, questo a ulteriore dimostrazione della connotazione di pubblico che i sindaci intendono conferire. Da ultimo è prevista obbligatoriamente la possibilità, per alcune fasi dello studio, di fare ricorso a giovani tecnici neo laureati o neo diplomati residenti nel cratere, per fare in modo che la tragica esperienza del terremoto possa diventare, per loro, occasione di lavoro e quindi di rimanere nel proprio paese di origine. Questo indirizzo, i Sindaci del cratere, lo hanno già messo in atto, nel momento in cui hanno chiesto ed ottenuto il personale tecnico sotto forma di collaborazioni (Cococo). Senza voler polemizzare con alcuno, ma una puntualizzazione è necessaria. Vorrei ricordare che nella maggior parte dei casi i piani di ricostruzione costano molto meno degli incarichi professionali che vengono elargiti, per interventi su singoli edifici (non parlo di aggregati) nella città dell'Aquila, da amministratori di condomini, senza procedere ad alcun tipo di gara. Eppure stiamo parlando di denaro pubblico
(Il Centro.it)