
L'opera, conservata in mostra presso il Museo Nazionale d'Abruzzo nella Fortezza Spagnola fino alla data del rovinoso sisma che il 6 aprile 2009 ha colpito nel cuore l'arte e la storia della città di L'Aquila e il suo territorio, resterà esposta presso la Basilica di Santa Maria di Collemaggio dai vespri del 28 fino ai vespri immediatamente successivi del 29 agosto.
Realizzata nel 1434 da Nicola da Guardiagrele, una tra le personalità più interessanti e fulgide dell'autunno del Medioevo peninsulare, straordinario testimonial della tradizione orafa regionale d'Abruzzo, la Croce si costituisce strutturalemente di forma latina, con terminazioni trilobate ed eleganti espansioni cuspidate nella sezione mediana dei bracci. Materia dominante è la lamina d'argento, con particolari declinazioni dorate, sbalzata, bulinata e cesellata. Fusto e nodo in lamina di rame dorato sbalzata e cesellata, lamina d'argento sbalzata e smalti filigranati.
Sul recto, in maiuscola gotica, è incisa la dicitura 'OPUS NICOLAI ANDREE D(E) / GUARDIA A D MCCCCXXXIIII', a firma del maestro che realizzò l'opera su commissione del Cardinale Amico Agnifili, Vesco dell'Aquila dal 1431 al 1472. Al presule è dedicata la formella a smalto champlevé, in forma polilobata, posta sul braccio sinistro della traversa sulverso e che, nell'organizzazione simmetrica della struttura richiama la sorella, posta sul braccio opposto, destinata ad accogliere lo stemma del Capitolo della Cattedrale come si legge nell'iscrizione 'CAPITO//LU ECLESI//E AQUILANE'.
Per chi non conoscesse l'opera, ricordiamo che il Sigillum Archidioecesis Aquilanae, in adozione presso l'Arcidiocesi e impresso nei documenti ufficiali della Curia Arcivescovile, riporta al centro la formella che Nicola da Guardiagrele volle dedicare al Capitolo di San Massimo, segno forte dell'appartenenza della Croce processionale alla Chiesa Cattedrale dell'Aquila.
L'esposizione della Croce ricorda e rinnova i sentimenti della spiritualità aquilana nel momento più intenso dell'intero anno pastorale, e raccoglie su di sè la speranza di una progressiva rinascita di quell'identità che il sisma ha ferito ma non distrutto.
Buona Perdonanza
Ufficio Beni Culturali