Usted puede comprar Cialis o comprar Cialis generico online. Sin embargo, comprar cialis genérico online en España contrae algunos riesgos
La città che rinasce un po' a caso « Eventi, mostre e appuntamenti « Curia&Cultura
 

Eventi, incontri, dibattiti, pubblicazioni dell'ufficio beni culturali dell'Arcidiocesi dell'Aquila  

La città che rinasce un po' a caso

10 January 2011
Nuova Sede Della Corte D Appello

La città che rinasce un po' a caso

Non c'è un'idea guida, il capoluogo nei fatti è stato già ridisegnato

L'AQUILA. Tutti se ne accorgono ma è difficile che qualcuno lo ammetta. L'Aquila sta rinascendo, a caso. Non c'è una idea guida perché, forse, nessuno la vuole. Il capoluogo di Regione sarà ricostruito un po' come era prima e un po' prendendo atto di quello che è successo dal sei aprile in poi. Non rinascerà una città rinnovata (negli spazi, nella viabilità, nella funzionalità dei servizi, nelle aree sportive, nell'edilizia scolastica) ma una città raffazzonata dove quello che conterà non sarà l'interesse pubblico ma quello che ognuno riuscirà a strappare per sé prima che arrivi qualcuno - fra una decina di anni - a imporre nuove regole e bloccare tutto. In questi giorni c'è chi ha persino parlato della necessità di un piano regolatore. Lo ha fatto per primo il professor Alessandro Clementi dalle pagine del Centro. Il piano regolatore se mai ci sarà non potrà che prendere atto dell'esistente. Non quindi una programmazione urbanistica ma una mega sanatoria in base allo slogan: chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Vediamo alcuni esempi di come la città è stata e viene ridisegnata in base non a un'idea guida chiara ma così, come viene viene.

UNIVERSITA'. L'università rinascerà su tre poli: Roio, Coppito, centro storico. Nel centro storico i poli forse saranno addirittura due: quello dei palazzi Camponeschi-Carli e quello umanistico all'ex San Salvatore. Chi conosce la zona dell'ex San Salvatore si rende conto che non basta portarci la sede dell'università per risolvere i problemi. Quell'area andrebbe oggi fatta oggetto di un piano di ricostruzione che preveda accessi migliori e soprattutto parcheggi. Se ne sta parlando? A questo si aggiungano la 'miriade' di case dello studente (per adesso più teoriche che reali) che dovrebbero sorgere. Alcune distanti dai poli universitari il che significa che bisognerà dotare la città di servizi di trasporto che non c'erano prima e si presume non ci saranno in futuro. Risultato? Il solito caos.

CITTADELLA GIUDIZIARIA. Il Comune e la Corte d'Appello hanno già deciso: la cittadella giudiziaria nascerà a ridosso della stazione ferroviaria (collegata chiaramente al vecchio palazzo di Giustizia) dove già sorgono centri commerciali e dove si erano concentrati uffici e scuole oggi chiusi ma in futuro chissà. Anche i bambini sanno che quell'area è a rischio alluvioni (quando ci fu l'incendio della pineta di San Giuliano si ipotizzò addirittura che dalla montagna ormai brulla fiumi d'acqua potessero riversarsi a valle fino alla stazione). A poche centinaia di metri, a Borgo Rivera, ci sarà anche la sede se pur provvisoria del museo nazionale che il terremoto ha sfrattato dal Castello. Oltre a rifare e ricostruire si è pensato al riassetto complessivo di quella zona? In qualche cassetto ci sarà una bella idea progettuale. Perchè non tirarla fuori?

CITTA' DELLA MUSICA. Poteva essere l'occasione per fare dell'Aquila il fulcro della musica, del teatro e perché no del cinema. Ma l'idea di una città della musica (del tipo di quella realizzata a Roma) è rimasta allo stato embrionale. Nascerà un auditorium (realizzato da Renzo Piano) nel parco del Castello, un altro nella nuova sede del Conservatorio, fra qualche anno, chissà, un altro ancora da qualche altra parte. Un po' qua e un po' là.

IMPIANTI SPORTIVI. L'Aquila se vorrà avere un futuro calcistico di alto livello ha bisogno di un nuovo stadio per il calcio (il Fattori ad esempio non reggerebbe un campionato di serie B). Una necessità scritta nei programmi elettorali del sindaco Biagio Tempesta, 12 anni fa. Non se ne è mai fatto nulla. Ci si spende, lodevolmente, a ritirare su impianti da partitelle della domenica sparsi nel territorio. Che pure sono fondamentali ma non fanno fare il salto di qualità. Anche il rugby avrebbe bisogno di una struttura tutta sua. C'è una programmazione diversa? Se c'è già tanto meglio, il Comune batta un colpo e lo faccia sapere alla città.

POLI SCOLASTICI. Anche i poli scolastici sono ben definiti. C'è quello di Collesapone e poi nell'emergenza sono state realizzate scuole un po' ovunque. Quelli post sisma sono edifici sulla carta provvisori ma che resteranno a lungo e che condizioneranno la viabilità cittadina (lo fanno già) e ogni azione programmatoria.

 

di Giustino Parisse (Il Centro.it)

Archivio

Cerca in archivio