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Eventi, incontri, dibattiti, pubblicazioni dell'ufficio beni culturali dell'Arcidiocesi dell'Aquila  

 

Fedelmente 1/2010

Rivista teologica dell’istituto superiore di scienze religiose di L’Aquila
Fedelmente 1/2010

L’audacia di Dio

 

 

“Noi dovremmo donare acqua della vita

 ad un mondo assetato”.

(Benedetto XVI)

 

 

 

 

Non dovrebbe esistere, all’interno della Chiesa, scissione tra il lavoro teologico e quello pastorale. Perché pensare una teologia che non si confronti con la ‘praticità’ del credere rischierebbe di diventare solo dissertazione astratta, e una pastorale non imbevuta di teologia rischierebbe di essere solo assistenzialismo. Questo è il motivo per cui non abbiamo paura di ospitare, dentro le pagine della nostra rivista, ragioni teoriche e proposte pratiche, elementi scientifici come tracce pastorali.

In questi primi sei mesi del 2010, la Chiesa ha vissuto un periodo di forte prova. L’anno sacerdotale ha provocato non solo un approfondimento della figura e del ruolo sacerdotale, ma anche una campagna sistematica di attacco alla credibilità della Chiesa, e in particolare alla figura del sacerdote, senza precedenti. Questa mortificazione mediatica, però, è anche una grande occasione di purificazione, di ritorno alle motivazioni di fondo dell’azione educativa della Chiesa. Motivo per cui, Benedetto XVI non ha voluto portare avanti nessuna campagna di difesa. Il messaggio è chiaro: la verità non deve mai farci paura, anche quando provoca dolore:

 

«Era da aspettarsi che al ‘nemico’ questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciuto; egli avrebbe preferito vederlo scomparire, perché in fin dei conti Dio fosse spinto fuori dal mondo. E così è successo che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti alla luce i peccati di sacerdoti – soprattutto l’abuso nei confronti dei piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell’uomo viene volto nel suo contrario. Anche noi chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più; promettere che nell’ammissione al ministero sacerdotale e nella formazione durante il cammino di preparazione ad esso faremo tutto ciò che possiamo per vagliare l’autenticità della vocazione e che vogliamo ancora di più accompagnare i sacerdoti nel loro cammino, affinché il Signore li protegga e li custodisca in situazioni penose e nei pericoli della vita. Se l’Anno Sacerdotale avesse dovuto essere una glorificazione della nostra personale prestazione umana, sarebbe stato distrutto da queste vicende. Ma si trattava per noi proprio del contrario: il diventare grati per il dono di Dio, dono che si nasconde “in vasi di creta” e che sempre di nuovo, attraverso tutta la debolezza umana, rende concreto in questo mondo il suo amore. Così consideriamo quanto è avvenuto quale compito di purificazione, un compito che ci accompagna verso il futuro e che, tanto più, ci fa riconoscere ed amare il grande dono di Dio. In questo modo, il dono diventa l’impegno di rispondere al coraggio e all’umiltà di Dio con il nostro coraggio e la nostra umiltà. La parola di Cristo, che abbiamo cantato come canto d’ingresso nella liturgia, può dirci in questa ora che cosa significhi diventare ed essere sacerdoti: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29)» (Benedetto XVI, Omelia a conclusione dell’Anno Sacerdotale, 11 giugno 2010).

 

Certamente però, la sproporzione con cui la Chiesa è stata accusata, rispetto al fenomeno della pedofilia, è paradossalmente fuori misura. Una minima percentuale del problema pedofilia riguarda casi riferibili a religiosi, ma lo spazio mediatico riservato a ciò è stato totalmente a favore di un capovolgimento dei dati oggettivi. Questo, ovviamente, fa parte di quella famosa logica del mondo che non sopporta per altri motivi, la credibilità e il ruolo della Chiesa. Credibilità che non viene certo da nessuna logica economica o politica, ma credibilità che viene da innumerevoli figure di santi, più o meno conosciuti e a volte anche sconosciuti, che hanno dato la vita per valori come la vita, l’alfabetizzazione, la liberazione, la crescita, lo sviluppo integrale della persona. Questi ‘testimoni’ rendono credibile la Chiesa e turbano le logiche di potere di alcune lobby culturali-economiche. Solo la santità cambia la percezione del sentire ecclesiale, i giornali spostano solo i consensi di chi normalmente si limita a prendere per vero ogni slogan giornalistico, ma i fatti durano più degli slogan.

Le polemiche però, non devono spostare la nostra attenzione dal motivo di fondo dell’Anno Sacerdotale: il ruolo e la figura sacerdotale. È bellissima la definizione che papa Benedetto XVI ha dato del sacerdozio, definendolo “un’audacia di Dio”; audacia perché si fida della nostra debolezza, della nostra indegnità, dei nostri limiti, pur di farsi vicino a ciascuno, pur di rendersi presente:

 

«Il sacerdote non è semplicemente il detentore di un ufficio, come quelli di cui ogni società ha bisogno affinché in essa possano essere adempiute certe funzioni. Egli invece fa qualcosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, a partire da Dio, la situazione della nostra vita. Pronuncia sulle offerte del pane e del vino le parole di ringraziamento di Cristo che sono parole di transustanziazione – parole che rendono presente Lui stesso, il Risorto, il suo Corpo e suo Sangue, e trasformano così gli elementi del mondo: parole che spalancano il mondo a Dio e lo congiungono a Lui. Il sacerdozio è quindi non semplicemente ‘ufficio’, ma sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore. Questa audacia di Dio, che ad esseri umani affida se stesso; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola ‘sacerdozio’. Che Dio ci ritenga capaci di questo; che Egli in tal modo chiami uomini al suo servizio e così dal di dentro si leghi ad essi: è ciò che in quest’anno volevamo nuovamente considerare e comprendere. Volevamo risvegliare la gioia che Dio ci sia così vicino, e la gratitudine per il fatto che Egli si affidi alla nostra debolezza; che Egli ci conduca e ci sostenga giorno per giorno. Volevamo così anche mostrare nuovamente ai giovani che questa vocazione, questa comunione di servizio per Dio e con Dio, esiste – anzi, che Dio è in attesa del nostro ‘sì’. Insieme alla Chiesa volevamo nuovamente far notare che questa vocazione la dobbiamo chiedere a Dio. Chiediamo operai per la messe di Dio, e questa richiesta a Dio è, al tempo stesso, un bussare di Dio al cuore di giovani che si ritengono capaci di ciò di cui Dio li ritiene capaci» (Benedetto XVI, Omelia a conclusione dell’Anno Sacerdotale, 11 giugno 2010).

 

Rimane, alla fine di questa manciata di mesi, una grande sete di ‘autenticità’. La Chiesa, e silenziosamente anche il mondo, si aspetta ancora un contributo significativo da parte dei sacerdoti. Aspettano santità, autenticità, capacità di amare appassionatamente Dio, la Chiesa e gli altri.

 

Luigi Maria Epicoco

Indice


V Editoriale

1 «E voi chi dite che io sia?» (Mt 16,15)
Michele Giulio Masciarelli

47 'Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo'
Daniele Pinton

71 Teologia simbolica. Il simbolismo
Francesco Mangani

107 Il grido del profeta Amos per la conversione del popolo
Artur W. Sidor

125 La dottrina della giustificazione (e la concezione luterana): una nuova prospettiva?
Giuseppe Pulcinelli

141 Dell'Eros e della Philia

Luigi Maria Epicoco

177 Il conclave che elesse Pio IX
Alessandro Cesareo

209 Barbara Micarelli e la Chiesa Aquilana
Maria Felicita Decio

235 Per una carta di distribuzione dei vetri incisi tardoantichi: i manufatti delle province africane

Anna Maria Nieddu



Scheda tecnica

Formato: cm 15 x 21
Pagine: 254
Rilegatura: filo refe, copertina in brossura con bandelle

Uscita: fine dicembre
Prezzo: € 20,00
Rivista: Fedelmente n. 1/2010
Istituto Superiore di Scienze Religiose
Fides et Ratio di L’Aquila (ISSRA)