
Alle 3.32 del 6 aprile 2009 la città dell’Aquila è stata ferita profondamente da un terremoto che per la quinta volta nella sua storia l’ha prostrata in innumerevoli crolli, perdite di vite e distruzione di monumenti di inestimabile valore. Da quella notte in poi tutta la gente che ha abitato la città si è ritrovata lo spaventoso scenario delle macerie, della distruzione, del blocco dell’economia e della vita sociale. Accanto alla tragedia la grande solidarietà di tutta l’Italia e del mondo intero. E’ così iniziata una grande fase di emergenza per ridare un tetto a migliaia di sfollati, e per fornire quei servizi di base per la ripresa di un avita sociale ed economica normale. Ora questa fase d’emergenza si è avviata alla conclusione e gli anni che verranno saranno segnati dal grande cantiere della ricostruzione. Ma per ricostruire bisogna avere chiaro l’orizzonte verso cui stiamo andando. Non basta rimettere su le pietre, la città ha bisogno di ricollocarsi in un mondo che è profondamente cambiato, evoluto, aperto, globalizzato. E’ la grande sfida di coniugare la grande storia de L’Aquila con il futuro. Allo stesso tempo la ricostruzione non è solo un fatto tecnico ma un grande cantiere che deve coinvolgere tutti. Non è retorica, ma la rifondazione di una città o è un fatto popolare oppure è solo un’operazione teorica che rischia di far perdurare il dramma del terremoto anche negli anni avvenire. Da questo calcolo del rischio e da questa grande sfida è nata l’idea della Chiesa aquilana di dare un contributo fattivo a questo grande dibattito. Anzi l’intento è stato proprio quello di provocare un dibattito, un confronto stringente su le grandi linee tematiche di recupero e di rifunzionalizzazione della città, specie del suo cuore pulsante cioè il centro storico. Auguriamo che queste idee, queste proposte, che lungi dall’essere delle proposte chiuse, possano far rinascere subito la voglia di ricominciare, e di esorcizzare la paura di non avere le forze e le speranze abbastanza grandi da accettare la sfida della ricostruzione e della rinascita de L’Aquila e del suo territorio.
6 gennaio 2010
(nove mesi dal giorno del terremoto)
Don Luigi Maria Epicoco
Vicario episcopale per i Beni Culturali, la Cultura e l’Università